AI Generativa: la tecnologia che sta rivoluzionando l’Intelligenza Artificiale

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La nuova frontiera dell’Intelligenza Artificiale è l’AI generativa, la quale sta rivoluzionando il mondo.
Il funzionamento di questa tecnologia si basa su algoritmi complessi che imparano a riconoscere e replicare schemi di dati esistenti per generare informazioni ex novo, offrendo quindi nuove opportunità per creare i contenuti più vari (testi, immagini, musica…).
Queste tecnologie, tuttavia, determinano l’emergere di questioni etiche e di sicurezza che non possono essere ignorate. In questo articolo esploreremo come funziona l’AI Generativa, i rischi (soprattutto etici) del suo utilizzo e lo sviluppo di un’intelligenza artificiale senziente.

AI Generativa: la tecnologia che sta rivoluzionando l’Intelligenza Artificiale

Il costante sviluppo dell’Intelligenza Artificiale è sempre più rapido ed annovera tra le più recenti ed innovative declinazioni di questa tecnologia l’IA generativa, in grado di produrre output sempre nuovi ed originali. È chiaro che mentre la tecnologia in questione offre numerose e nuove possibilità, non si possono trascurare le problematiche e i rischi che comporta: per poter apprezzare appieno sia i benefici sia i potenziali svantaggi dell’intelligenza artificiale generativa, bisogna innanzitutto comprenderne il funzionamento.
L’intelligenza Artificiale generativa rappresenta una frontiera avanzata nell’ambito dei sistemi di IA. Questi sistemi, utilizzando complessi modelli di machine learning e deep learning, emulano la creatività umana. Questo viene realizzato attraverso l’elaborazione e l’analisi di enormi volumi di dati, che possono includere immagini, suoni, e testi. I modelli imparano a riconoscere schemi, stili, e strutture all’interno di questi dati, cosa che consente loro di creare nuovi contenuti che possono essere percepiti come originali o creativi.

Il processo di apprendimento di queste IA è iterativo e progressivo: all’inizio, i modelli possono generare risultati rudimentali, ma con il tempo e l’aggiunta di nuovi dati, migliorano la loro capacità di produzione. Per esempio, nelle reti neurali profonde, come le reti generative avversarie (GANs), due reti neurali lavorano in tandem: una rete genera nuovi dati mentre l’altra valuta la loro qualità, in un ciclo continuo di feedback che affina la capacità della rete generativa di produrre risultati sempre più convincenti e raffinati.

Questa continua evoluzione ha permesso all’IA generativa di eccellere in numerosi campi. Nel settore legale, ad esempio, può essere utilizzata per generare bozze di documenti legali o per analizzare grandi volumi di giurisprudenza e legislazione per assistere nella ricerca legale. Nel campo della musica, può comporre brani inediti o facilitare il processo creativo proponendo variazioni e armonizzazioni. Nell’arte, è capace di creare opere visive che imitano lo stile di artisti famosi o di sviluppare nuovi stili artistici.
La sofisticatezza dei risultati è direttamente collegata alla qualità e varietà dei dati inseriti nel sistema; più ampi e diversificati sono i dataset, più l’IA sarà capace di “intuire” e replicare le sottili sfumature che caratterizzano la creatività umana.

Intelligenza Artificiale Generativa: quali sono i rischi?

La disponibilità di uno strumento in grado di creare contenuti sempre più sofisticati solleva questioni etiche, come il rispetto dei diritti d’autore e la possibilità di creare contenuti ingannevoli o falsi con grande realismo, problemi che richiedono un’attenta considerazione e regolamentazione; prima fra tutte quella riguardante la proprietà intellettuale.

I profili da considerare con riferimento all’opere prodotte da un sistema di Intelligenza Artificiale generativo sono principalmente due: la sua originalità e la sua paternità. In prima battuta, infatti, è imperativo stabilire se l’output fornito dal sistema si effettivamente originale, o se al contrario possa in qualche modo costituire una violazione del diritto d’autore di un altro soggetto. Il dataset di allenamento del sistema di IA, infatti, è composto da una libreria di opere prodotte da altri autori, dalle quali vengono estrapolate le informazioni necessarie allo sviluppo dell’abilità creativa del sistema finalizzata alla produzione del contenuto di volta in volta richiesto.

Il secondo interrogativo sollevato dai contenuti prodotti dell’IA generativa riguarda la loro paternità, ossia l’individuazione del soggetto titolare dei diritti di proprietà intellettuale connessi a tali opere. Le normative attualmente in vigore adottano una prospettiva antropocentrica, non considerando, com’è evidente, la possibilità di un autore non umano.

Di particolare rilevanza sono altresì le questioni legate alla protezione dei dati personali che gli utenti forniscono all’IA più o meno consapevolmente. Il provvedimento adottato dal Garante per la Protezione dei Dati Personali nei confronti di ChatGPT nell’aprile 2023 e la contestazione di violazione dei dati personali da ultimo notificata a Open AI, fornisce una dimostrazione di come il trattamento dei dati da parte di tali tecnologie possa avvenire in violazione di quanto previsto della normativa europea sulla tutela dei dati personali.

GPT e Intelligenza Artificiale Senziente: il futuro della AI

GPT-3, insieme a tecnologie all’avanguardia come Bard e il più recente Gemini, segna un progresso significativo verso l’obiettivo a lungo termine di sviluppare un’intelligenza artificiale che si avvicini al concetto di senzienza. Queste piattaforme avanzano notevolmente le possibilità dell’IA nel campo del machine learning, consentendo la creazione di testi, immagini e suoni con un grado di precisione sempre più affinato.

L’obiettivo di un’IA senziente è quello di facilitare un’interazione che sia il più naturale e indistinguibile possibile da quella umana, sia in termini di comprensione che di risposta emotiva e cognitiva. Nonostante questi progressi, il percorso verso un’IA che possa emulare completamente il cervello umano nelle sue funzioni più sofisticate e nelle sue capacità di interazione rimane complesso e irto di sfide tecniche ed etiche.

La capacità di queste tecnologie di creare contenuti altamente realistici e persuasivi, come nel caso dei deepfake, introduce rischi di manipolazione dell’informazione che possono influenzare l’opinione pubblica e alterare la percezione della realtà. Queste rappresentazioni false o ingannevoli possono essere impiegate per innumerevoli scopi maligni, tra cui la diffusione di notizie false con l’intento di ingannare o causare disinformazione, campagne di diffamazione mirate a danneggiare individui attraverso la creazione di contenuti compromettenti che sembrano autentici, o violazioni della privacy mediante la produzione di materiali che invadono la sfera personale senza consenso.

Benché al momento attuale non esistano sistemi di IA che possano essere definiti senzienti nel senso pieno del termine, il progresso tecnologico potrebbe portare a sistemi che esibiscono comportamenti sempre più simili a quelli dell’intelligenza umana o animale, sollevando interrogativi inediti sull’autonomia, la consapevolezza e la moralità delle macchine.

In questo contesto, è essenziale non solo sviluppare tecnologie responsabili e sicure, ma anche istituire quadri legali e normativi che regolino l’uso e la distribuzione dei contenuti generati dall’IA. Si richiede un’attenta valutazione delle responsabilità legali in caso di abuso di queste tecnologie, nonché l’implementazione di meccanismi di rilevamento e verifica dei contenuti per prevenire la diffusione di materiale dannoso. Inoltre, è fondamentale educare il pubblico sulle capacità e i limiti della IA generativa, al fine di promuovere una comprensione critica che possa contribuire a mitigare gli impatti negativi di queste potenti tecnologie sulla società.

La risposta delle istituzioni

Di fronte ai nuovi scenari posti dall’evoluzione tecnologica è ormai imperativo che le istituzioni collaborino al fine di individuare nuove soluzioni regolamentari.
A tal proposito, diverse sono le misure intraprese dall’Unione Europea nel tentativo di dare risposta alle esigenze poste dalla tecnologia che ormai sta diventando parte integrante della nostra quotidianità e orientarne lo sviluppo nel rispetto dei principi su cui si regge l’Unione.

Il nuovo regolamento in tema di Intelligenza Artificiale (il c.d. AI Act), proposto dall’Unione Europea, rappresenta un momento storico per la regolamentazione dell’intelligenza artificiale ed il primo tentativo di stabilire un equilibrio tra lo sviluppo e l’implementazione dell’AI, da un lato, e le necessità di tutela della privacy, dei diritti umani e della sicurezza, dall’altro lato. Al momento, l’AI Act ha superato una serie di negoziati intensi ed è stato approvato da tutti i 27 Stati Membri dell’UE; si attende solamente l’approvazione ufficiale del Parlamento Europeo, prevista per aprile 2024, che sembra essere una mera formalità. Questo regolamento è fondamentale per definire le responsabilità degli sviluppatori e degli utilizzatori di AI, e include anche sanzioni significative per la non conformità, che possono arrivare fino al 7% del fatturato annuale globale delle aziende.

Su un piano complementare, poi, potrà operare anche la Direttiva proposta dalla Commissione Europea in tema di responsabilità civile extracontrattuale per i sistemi di Intelligenza Artificiale, anch’essa in attesa di approvazione.
In un’era di cambiamenti rapidi e talvolta incontrollati, l’Unione Europea si posiziona quindi come un faro guida, dimostrando il suo impegno non solo a livello normativo, ma anche come promotrice di un dialogo costruttivo tra progresso tecnologico e protezione dei diritti umani, puntando a un equilibrio sostenibile che possa fungere da modello a livello globale.

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