Angelo Messore e Gianmarco Saverio Tucci, partner e associate di LEXIA, hanno esplorato in un recente articolo l’evoluzione dell’intelligenza artificiale (AI) nel settore finanziario, analizzando le opportunità e le sfide che questa tecnologia comporta per le banche e gli intermediari. L’adozione di soluzioni basate sull’AI permette significativi miglioramenti in termini di efficienza operativa, personalizzazione del servizio e gestione del rischio. Attraverso l’utilizzo di algoritmi avanzati, infatti, le banche possono automatizzare processi ripetitivi, monitorare attività fraudolente in tempo reale e fornire consulenze finanziarie altamente personalizzate.
Tuttavia, come sottolineato dagli autori, emergono anche rischi e criticità. L’autorità di vigilanza europea (ESMA) ha evidenziato la questione delle “scatole nere”, ovvero la difficoltà nel comprendere i processi decisionali dell’AI e valutare la qualità dei risultati. Per mitigare questi rischi, le imprese di investimento devono garantire elevati standard di trasparenza, solidi meccanismi di governance e adeguata formazione del personale.
Guardando al futuro, LEXIA anticipa un progressivo passaggio verso il “consulente digitale”, con l’introduzione di chatbot e avatar animati dall’AI per l’interazione diretta con i clienti. Sebbene il controllo umano sarà inizialmente centrale nel processo (“human in the loop”), non è escluso che, in futuro, l’AI possa assumere un ruolo più autonomo nella prestazione di servizi finanziari, superando le attuali barriere tecnologiche e regolamentari.
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