Il 1 dicembre 2022 Francesco Dagnino partecipa all’evento dedicato alla finanza digitale di HuffPost, che vede i big del settore confrontarsi sugli avvenimenti del 2022 e i trend previsti per il 2023.

Si prospetta infatti un futuro sfidante per il mondo fintech: dopo un periodo di crescita e consolidamento, istituzioni e player dovranno fare i conti con significativi sviluppi sociali, politici ed economici.

L’intervento di Francesco Dagnino ripercorre la storia della regolamentazione del settore, individuando cause, conseguenze e prospettive in relazione al recente tracollo di importanti attori del mondo crypto.

L’attenzione del regolatore verso i temi legati alle criptovalute nasce nel 2017, in concomitanza con lo sviluppo dei bitcoin, delle ICO e dei primi exchange e wallet, che operavano secondo un’ottica orientata al profitto in un contesto libero da normative ad hoc.

In questa fase emergeva anche il sogno di una disintermediazione dei processi, impiegando la blockchain per riprodurre in modo orizzontale le classiche strutture verticali finora conosciute. In realtà, ciò ha portato a sostituire gli intermediari regolamentati – che garantivano un certo livello di protezione verso i consumatori – con realtà prive di qualsiasi sistema di controllo.

Molti di questi progetti si basavano infatti su catene di intermediazione non trasparenti e pericolose per gli investitori.

Il risultato ora è che l’Italia rappresenta una specie di paradiso regolamentare rispetto ad altri Paesi, poiché il registro dell’OAM, recentemente introdotto, non è niente di più di un elenco a cui tutti possono iscriversi, senza possedere i requisiti limitanti tipici del mondo bancario.

È auspicabile un’accelerazione dell’entrata in vigore della normativa comunitaria, in particolare alla luce dei recenti accadimenti di Terra Luna e FTX. È infatti plausibile pensare che entrambi non sarebbero accaduti in presenza della Regolamentazione MiCA.