Gestione delle filiere sostenibili

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Negli ultimi anni l’Unione Europea ha introdotto nuove normative volte a rafforzare la responsabilità delle imprese lungo tutta la catena del valore attraverso obblighi di due diligence e trasparenza. Tra le più rilevanti troviamo la Direttiva UE 2024/1760 (Corporate Sustainability Due Diligence Directive – CSDDD), il Regolamento UE 2023/1115 (EUDR) e il Regolamento UE 2024/1252 (Critical Raw Materials). Questi strumenti normativi impongono alle imprese di adottare processi rigorosi per gestire i rischi legati ai fornitori e alle loro attività, contribuendo a una transizione verso filiere più sostenibili. Di seguito un’analisi dei principali obblighi imposti dalle suddette normative.

Corporate sustainability due diligence directive (csddd)

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive obbliga le grandi imprese operanti nell’UE a svolgere una due diligence sui fornitori per identificare, prevenire, mitigare e rendere conto di impatti negativi sui diritti umani e sull’ambiente lungo la filiera produttiva.

Questo richiede l’adozione di procedure interne per identificare gli impatti negativi, valutare i rischi e prevenirli. In presenza di impatti negativi attuali, l’impresa dovrà attuare meccanismi rimediali o quantomeno finalizzati a ridurne la portata.

Le imprese dovranno anche istituire meccanismi di reclamo per chiunque ritenga che i propri diritti siano stati violati e impegnarsi a influenzare il comportamento di tutti gli attori nella filiera, richiedendo garanzie contrattuali specifiche ai fornitori e l’adesione a determinati standard ESG.

Di particolare rilievo è la responsabilità civile introdotta dalla direttiva, che apre alla possibilità di azioni legali contro le imprese che non riescono a dimostrare di aver messo in atto adeguati sistemi di due diligence sui fornitori.

Recepimento: entro 26 luglio 2026.

Applicazione graduale: a partire dal 26 luglio 2027 saranno obbligate (i) le società UE con oltre 5.000 dipendenti in media e fatturato netto mondiale superiore a € 1.500.000.000 nell’ultimo esercizio, (ii) società extra-UE che generano in UE un fatturato netto di oltre € 1.500.000.000 nell’ultimo esercizio, indipendentemente dal numero di dipendenti occupati, (iii) società UE ed extra-UE capogruppo di un gruppo che ha raggiunto tali limiti su base consolidata.

Regolamento ue 2023/1115 (eudr)

Il Regolamento EUDR mira a impedire l’immissione nel mercato UE di prodotti legati alla deforestazione illegale.

Gli operatori e i commercianti che, nel corso di un’attività commerciale, mettono a disposizione sul mercato UE prodotti interessati dal regolamento, devono garantire che la relativa produzione e coltivazione delle materie prime sia avvenuta senza attuare pratiche di deforestazione e in conformità alle normative locali. Tali soggetti dovranno, inoltre, presentare una dichiarazione di dovuta diligenza che attesti il completamento del processo di valutazione della catena di fornitura.

Le materie prime regolamentate dall’EUDR sono: bovini, cacao, caffè, palma da olio, gomma, soia, legno.

L’impatto dell’EUDR non si limiterà ai settori direttamente coinvolti nella coltivazione, allevamento e commercializzazione di queste materie prime, ma si estenderà anche a quelli che le utilizzano, anche in forma trasformata. Un esempio è quello dei bovini, impiegati non solo nell’industria alimentare ma anche nel settore tessile per la produzione di pellame.

L’EUDR influisce sulle aziende nei seguenti modi:

  • valutazione del rischio delle catene di approvvigionamento per identificare i potenziali legami con la deforestazione o il degrado delle foreste
  • processi di due diligence, compresa la raccolta di dati di geolocalizzazione dei terreni in cui vengono prodotti i prodotti, per garantire la conformità alle leggi locali
  • relazioni periodiche alle autorità competenti per dimostrare che i prodotti non contribuiscono alla deforestazione e non provengono da aree deforestate
  • piena tracciabilità dei prodotti

Entrata in vigore: originariamente prevista per il 31.12.2024, è stata recentemente posticipata al 31.12.2025

Regolamento ue 2024/1252 (critical raw materials)

Il regolamento sulle materie prime critiche stabilisce un quadro normativo per gli Stati membri, finalizzato a garantire un approvvigionamento sicuro, sostenibile e resiliente di materie prime fondamentali per settori chiave dell’UE, come le tecnologie energetiche pulite, la trasformazione digitale, la difesa, l’industria automobilistica e aerospaziale.

Il regolamento ha, in particolare, l’obiettivo di mitigare i rischi della catena di approvvigionamento, aumentare l’estrazione di materie prime critiche all’interno dell’UE e promuovere pratiche di economia circolare.

Le materie prime vengono classificate in strategiche (SRM) e critiche (CRM) ed elencate negli allegati I e II al regolamento, unitamente alle metodologie e parametri necessari per l’individuazione di altre materie in futuro. Tra le SRM vengono elencati: litio, magnesio metallico, manganese, grafite e nichel per le batterie, le terre rare per i magneti permanenti, rame e alluminio.

Entro il 24 maggio 2025, e successivamente entro 12 mesi da ogni aggiornamento dell’elenco delle materie prime strategiche, gli Stati membri devono identificare le imprese di grandi dimensioni che utilizzano SRM per fabbricare batterie per lo stoccaggio di energia e la mobilità elettrica, apparecchiature relative alla produzione e all’utilizzo dell’idrogeno, apparecchiature relative alla produzione di energia rinnovabile, aeromobili, motori di trazione, pompe di calore, apparecchiature connesse alla trasmissione e allo stoccaggio di dati, dispositivi elettronici mobili, apparecchiature connesse alla fabbricazione additiva, apparecchiature connesse alla robotica, droni, lanciatori di razzi, satelliti o chip avanzati.

Queste imprese dovranno condurre, con cadenza triennale, una valutazione del rischio delle loro catene di approvvigionamento di materie prime strategiche, compresa la mappatura dei luoghi di estrazione, lavorazione e riciclaggio, l’analisi dei fattori che potrebbero influire sull’approvvigionamento e la valutazione delle vulnerabilità alle interruzioni della catena di approvvigionamento.

Entrata in vigore: 23 maggio 2023.

Come prepararsi?

Implementare un processo di due diligence efficace richiede un approccio sistematico e strutturato. I seguenti passaggi sono considerati fondamentali per rispettare gli obblighi normativi e garantire la sostenibilità delle catene di fornitura:

  • Creazione di una cultura di sostenibilità e diffusione dell’impegno nelle politiche aziendali e nella comunicazione verso i dipendenti e i fornitori
  • Valutazione approfondita dei rischi e degli impatti legati ai diritti umani e all’ambiente sulle operazioni e lungo la catena del valore
  • Adozione di misure di prevenzione e mitigazione
  • Sistemi di monitoraggio dell’efficacia delle misure di due diligence
  • Strutturazione di meccanismi di reclamo che permettano la segnalazione di violazioni, la loro gestione e l’adozione di misure rimediali
  • Report periodici sui progressi ottenuti nella gestione dei rischi e impatti
  • Stakeholder engagement

Il Team ESG di LEXIA è a disposizione per assistere i propri clienti nella preparazione ai nuovi requisiti normativi, offrendo supporto nella strutturazione di procedure di due diligence e nella gestione delle complesse sfide normative legate alla sostenibilità.

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