Il dipartimento “Crisi d’impresa e gestione del debito fiscale” è altamente specializzato nella consulenza alle imprese di grandi e medie dimensioni interessate alla realizzazione di proposte di trattamento del debito tributario (c.d. transazione fiscale) presentate nell’ambito delle procedure di gestione della crisi di impresa.
Lo studio ha assistito già delle imprese nell’attuazione degli istituti ottenendo l’omologa forzosa in una delle prime applicazioni nel territorio nazionale del cosiddetto “cram down” su debiti sia tributari che contributivi.
Il team di Crisi d’impresa e gestione del debito fiscale svolge le seguenti attività:
- esame preliminare dello stato economico, patrimoniale e finanziario dell’impresa al fine di verificare la possibilità di accesso a una procedura di composizione della crisi d’impresa e, nel caso positivo, alla selezione della procedura (accordi di ristrutturazione del debito, concordato preventivo, composizione negoziata della crisi, piano attestato di risanamento, piano di ristrutturazione soggetto a omologazione) maggiormente adatta al caso concreto;
- assistenza legale e sviluppo degli indirizzi strategici per il buon esito della procedura di risanamento;
- coordinamento del team di professionisti incaricati dell’advisory finanziaria e della redazione del piano attestato di risanamento aziendale;
- assistenza legale nell’interlocuzione con gli enti creditori erariali (Agenzia delle entrate, Agenzia delle entrate Riscossione, Inps e altri enti previdenziali) ed enti privati (istituti finanziari e grandi fornitori);
- assistenza legale nei procedimenti unitari di risoluzione degli stati di crisi e dell’insolvenza innanzi al Tribunale competente.
I clienti del dipartimento di Crisi d’impresa e gestione del debito fiscale sono operatori economici di medie e grandi dimensioni.
Devono cioè possedere congiuntamente i seguenti requisiti:
- un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo superiore a 300mila euro nei tre esercizi antecedenti la data di deposito della istanza di apertura della liquidazione giudiziale o dall’inizio dell’attività se di durata inferiore;
- ricavi, in qualunque modo essi risultino, per un ammontare complessivo annuo superiore a 200mila euro nei tre esercizi antecedenti la data di deposito dell’istanza di apertura della liquidazione giudiziale o dall’inizio dell’attività se di durata inferiore;
- un ammontare di debiti anche non scaduti superiore a 500mila euro.
Nell’assistenza di un operatore leader del settore della vigilanza privata LEXIA ha ottenuto una omologa forzosa alla proposta di transazione fiscale, cosiddetto “cram down fiscale”. Si è trattato di una delle prime applicazioni su debiti sia tributari che contributivi dell’istituto del cram down, che consente di chiedere al tribunale l’omologa forzosa delle proposte non assentite da Agenzia delle entrate e INPS.
Aderendo alla posizione della difesa dell’impresa avanzata dall’avvocato Alessandro Dagnino, il tribunale ha stabilito, inoltre, che INPS e Agenzia delle Entrate sono parti dell’unica “azienda Stato” “dotata di un interesse proprio e comune non frazionabile in singoli interessi riconducibili ai diversi Enti che la compongono. I giudici hanno superato, così, un approccio dell’ente previdenziale, che, facendosi forte del privilegio riconosciutogli dalla legge rispetto agli altri creditori, tende a ostacolare le transazioni fiscali, anche quando ciò potrebbe cagionare una minore entrata per Agenzia delle entrate.
Il team è composto da professionisti basati nelle sedi di Palermo e di Milano e operanti su tutto il territorio nazionale.