Lotta ai green claims, sfida per aziende e avvocati / ItaliaOggi

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L’Unione Europea ha intensificato la sua azione contro il fenomeno del greenwashing, una pratica ingannevole utilizzata da aziende che promuovono le presunte qualità ecologiche dei propri prodotti, spesso prive di un effettivo fondamento. Tali dichiarazioni fuorvianti non solo danneggiano la fiducia dei consumatori, ma comportano anche rischi legali e danni reputazionali significativi per le imprese coinvolte. In risposta, l’UE ha avviato una regolamentazione più rigorosa, volta a garantire maggiore trasparenza e protezione per i consumatori, mirando a eliminare le false affermazioni di sostenibilità dal mercato.

Antonio Ranalli, nell’edizione odierna di ItaliaOggi, offre un’analisi dettagliata sull’argomento, evidenziando l’importanza crescente della regolamentazione e le sue implicazioni per le imprese operanti nel mercato europeo.

Tra i contributi significativi dell’articolo, spicca l’intervento di Melania Mazzon, la quale ha sottolineato come il greenwashing in Italia sia considerato “una pratica commerciale ingannevole, sanzionata dal Codice del Consumo. […] Un caso emblematico è rappresentato dall’ordinanza emessa in sede cautelare dal Tribunale di Gorizia nel 2021, che ha sanzionato un’impresa per aver utilizzato dichiarazioni ambientali fuorvianti, con conseguente perdita di quote di mercato da parte di un concorrente. Sebbene tale decisione sia stata revocata in sede di reclamo, essa ha segnato un passo avanti importante per il nostro Paese, poiché ha preso in esame il greenwashing non solo come violazione dei diritti dei consumatori, ma anche come questione di concorrenza sleale tra imprese.”

L’evoluzione normativa in questo ambito segnala l’impegno delle istituzioni italiane ed europee nel creare un mercato più trasparente e competitivo, incoraggiando le aziende a dimostrare in modo autentico e verificabile il loro impegno verso la sostenibilità.

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